I limiti delle politiche regionali: sono i privati a promuovere cultura e inclusione
Nasce un punto di riferimento nel napoletano: a Poggioreale un ristorante per il sociale
Le politiche regionali e comunali italiane si pongono teoricamente sempre grossi obiettivi, ma spesso le urgenze amministrative e le scarse disponibilità di fondi non permettono lo sviluppo di progetti davvero efficaci. Il risultato è quello di una nazione che ha delle periferie abbandonate a loro stesse, laddove la disoccupazione e la mancanza di una forma di tutela statale provocano il fiorire di crisi ed esplosioni di criminalità.
In questo contesto si posiziona l’iniziativa tutta campana di aprire un ristorante a Poggioreale, che sia un punto di riferimento per chiunque sia in difficoltà o appartenga a categorie marginali per la società odierna. L’iniziativa viene promossa da un ente privato, la Gesco, consorzio di cooperative sociali.
Il progetto dell’ex opificio che diviene Il Poggio
Il progetto di dare vita un ristorante nella periferia di Napoli non è stato immediato. In un primo momento la cooperativa che lo aveva preso in gestione, ha deciso di ristrutturare l’ex opificio di Poggioreale dando vita a una mensa. Dato il successo enorme e il riscontro positivo ottenuto dalle persone, nel 2014 nasce l’idea di dare vita a qualcosa in più.
Viene perciò ideato e realizzato nel corso di questi anni Il Poggio, un ristorante che oggi conta fino a 200 coperti, che ha una sala interna e una zona esterna. Caratteristica peculiare del posto è quella di accogliere persone al margine e dare un’opportunità lavorativa e di crescita professionale a chi viene respinto altrove.
Pertanto sono i migranti, i disabili e le giovani donne oggetto di tratta a essere assunte e a svolgere un percorso di formazione e di miglioramento personale nell’edificio. Il consenso popolare è stato immediato. Investire nel quartiere e creare una luce in una zona d’ombra si è rivelato fondamentale.
Cosa richiedono allo stato
Unica nota dolente è che tutto ciò che è stato realizzato è stato possibile unicamente grazie all’impegno e all’investimento dei privati. Lo stato non ha finanziato né supportato in alcun modo questa iniziativa, risultando perciò il grande assente del progetto. Ciò che la cooperativa chiede a questo punto è di poter accedere a qualche fondo statale o europeo, essere sostenuta per garantire l’eccellenza e dare la possibilità a sempre più persone di trovare il proprio posto nel mondo all’insegna della legalità.