Vannacci, il ritorno in libreria con la sua autobiografia
Roberto Vannacci ha scritto un libro su di sé: il titolo è “Il coraggio vince”.
Roberto Vannacci è un generale italiano che ha goduto di molta fama negli ultimi anni. Una delle sue missioni più note è quella in cui ha prestato servizio in Afghanistan. La sua esperienza militare gli hanno valso una certa autorevolezza nel clima politico italiano, per cui attorno a sé ha creato un circolo di seguaci.
Diversi anni fa, ha pubblicato “Il mondo al contrario”, un testo che nessuna casa editrice ha accettato di editare, dunque ha provveduto autonomamente a pubblicarlo. In questo testo, Vannacci ha espresso il suo punto di vista su quella che ha definito la “dittatura delle minoranze”: secondo lui, la comunità LGBTQIA+ e altre minoranze detterebbero legge e limiterebbero la libertà di parola.
“Le coppie arcobaleno non sono normali. La normalità è l’eterosessualità. Se a voi tutto sembra normale, invece, è colpa delle trame della lobby gay internazionale” è uno dei commenti resi pubblici per sponsorizzare il suo testo.
Il Post definì questo libro razzista e omofobo. Inoltre, Vannacci ha ribadito il suo punto di vista anche di recente, quando ha affermato che, se suo figlio fosse omosessuale, lo aiuterebbe a trovare la retta via. Adesso, il generale è riuscito a scrivere un altro testo, un’autobiografia che arriverà nelle librerie a partire da marzo.
“Il coraggio vince” è una strategia politica
Roberto Vannacci ha ritenuto fosse doveroso scrivere un libro che parlasse di sé e delle sue imprese. Infatti, il generale ha servito in Iraq, Afghanistan, Somalia. Il testo ha come titolo “Il coraggio vince”, una sorta di frase-manifesto di una dialettica muscolare, che vede lui, in quanto uomo, in prima linea, sempre capace di andare oltre le umane possibilità.
Il 12 marzo uscirà nelle librerie, edito da Piemme. La data di lancio non è un caso: Vannacci ha infatti deciso di candidarsi alle elezioni politiche Europee del 2024. Infatti, la sua idea, secondo molti esperti geopolitici, è quella di sfruttare il successo mediatico sia del primo testo che del secondo e approfittarne per candidarsi, 88 giorni dopo, alle elezioni.