Meloni premia i furbetti: il provvedimento che agevola chi froda
Rottamazione quater: l’altra faccia della medaglia
L’amministrazione Meloni si è dichiarata pronta a combattere gli sprechi e le frodi fiscali durante la sua campagna elettorale prima e nel corso della manovra finanziaria degli ultimi mesi poi. Lo scopo ultimo sempre quello di ristabilire gli equilibri e rimpinguare le casse dello stato. Tra le misure messe a punto proprio con tale scopo c’è quella della rottamazione quater. Questo intervento in materia di fisco doveva essere un modo per spronare chi avesse contratto debiti con l’Agenzia delle entrate di pagare ottenendo un trattamento agevolato.
In tal modo il governo può incassare liquidità di cui non avrebbe visto traccia altrimenti e i debitori possono sanare le proprie posizioni nei confronti del fisco italiano. Difatti l’incentivo della rottamazione sta innanzitutto nella possibilità di rateizzare il debito, avendo perciò delle scadenza scaglionate nel tempo, ma anche nella possibilità di non pagare sui debiti accumulati gli interessi. Quest’ultimo dettaglio diventa poi davvero rilevante allorquando si parla di grossi debiti o peggio di cartelle esattoriali che non sono pagate da anni e che hanno visto perciò maturare cifre molto alte di interessi.
Il caso dell’azienda che si macchia di frode e poi rateizza il debito
Tale provvedimento si sta rivelando però fallace per lo stato e soprattutto sembra strizzare troppo l’occhio ai truffatori e agli evasori fiscali. Difatti è come se al momento questa tipologia di persone avesse uno scudo, potendo così in caso di pericolo ricorrere alle rottamazioni. Un esempio lampante è stato quello dell’azienda che con fatture per operazioni inesistenti ha inserito costi fittizi nel proprio bilancio e ha decurtato 4 milioni di euro dall’imponibile. Avendo poi questa stessa azienda ricevuto una contestazione da parte dell’Agenzia delle entrate riscossione con una multa di ben 1 milione di euro, ha pensato bene di lanciarsi sulla rottamazione quater per risparmiare.
Difatti impugnando la contestazione, i titolari della ditta hanno fatto ricorso e sono riusciti a pagare un nonnulla con l’escamotage del pagamento agevolato.
Conseguenze per lo Stato
Le conseguenze per le casse statali non sono certo quelle predette. Vero è che si ha così un certo ritorno di liquidità, ma in proporzione lo Stato ci perde. In alcune occasioni quello che viene accordato agli evasori fiscali è proprio un vero e proprio condono della pena, cosa che di certo non disincentiva l’evasione fiscale, semmai la sostiene.