Guerra Israele-Hamas, l’accordo di tre fasi per porre fine al genocidio
Sul tavolo delle trattative è stato messo un accordo per il cessate il fuoco a Gaza: 3 fasi, il rilascio degli ostaggi e la fine della guerra.
Nelle ultime ore si è parlato di un potenziale accordo diplomatico tra Hamas e Israele. Proprio quando le parti sono all’apice dell’aspro conflitto, è inoltre giunto l’attacco in Giordania, provocando numerosi feriti della fazione statunitense, che potrebbe mettere a rischio gli equilibri dell’agognata tregua definitiva.
Secondo le prime fonti trapelate, l’accordo tra Hamas e Israele dovrebbe procedere seguendo 3 fasi: “Abbiamo detto ai mediatori che il nostro obiettivo è un cessate il fuoco permanente, ma possiamo realizzarlo nella seconda o terza fase di un accordo”. Questa è stata la prima dichiarazione di un membro anziano di Hamas ad Al Jazeera.
In questo accordo sarebbero previste, in prima istanza, alcune importanti tutele per gli ostaggi e i minori. Tuttavia, Hamas ha chiesto che, prima di tutto, vengano liberati prigionieri, militanti e innocenti palestinesi, attualmente sotto il comando di Israele. Alcuni media non tradizionali hanno infatti individuato il metodo prevaricatore della polizia israeliana: corpi nudi, ammassati e umiliati alle dipendenze dei soldati.
Per questo e per altri motivi, infatti, Israele è stata accusata di genocidio e condotta presso il Tribunale dell’Aja. In prima istanza, è stato il Sudafrica a parlare, ma a macchia d’olio, altri stati membri dell’Unione Europea si stanno accodando a questa posizione sull’argomento. Gli Stati Uniti, invece, sono alle prese con la situazione in Giordania.
Stati Uniti, Iran e Giordania
“Risponderemo di conseguenza all’attacco in Giordania, ma non cerchiamo una guerra con l’Iran né un conflitto ampio in Medio Oriente” ha precisato John Kirby, il consigliere alla sicurezza nazionale della Casa Bianca, in seguito alla notizia delle forze armate statunitensi colpite in Medio Oriente dai militanti iraniani.
Questo dato potrebbe complicare la già delicata situazione con Israele. Gli Stati Uniti, infatti, non hanno ancora ufficialmente condannato le azioni militari di Netanyahu, palesando solo una volta la necessità di una tregua temporanea. Intanto, in Italia sono giunte le dichiarazioni forti del ministro degli Esteri Tajani: “Abbiamo accolto a Roma 10 bimbi palestinesi e un adulto. Ne accoglieremo altri a febbraio”.