Catania, violenza di gruppo ai danni di una bambina di 13 anni | La vittima ha riconosciuto i colpevoli
La 13enne violentata martedì scorso ha ora riconosciuto alcuni dei colpevoli dello stupro di gruppo.
Nei giardini comunali di Villa Bellini, a Catania, è stata violentata una bambina di soli 13 anni. Il gruppo di stupratori era costituito da 7 membri, in gran parte minori di 18 anni. La ragazzina era in compagnia del suo fidanzato, il quale è stato bloccato dal gruppo e costretto ad assistere allo stupro.
“Vi imploro, vi supplico, non mi fate del male, lasciatemi andare…” sono state le parole con le quali la vittima ha cercato di sventare la violenza, senza successo. I 7 abusatori hanno continuato, senza curarsi di alcunché. Ciononostante, la vittima ha riconosciuto alcuni di questi. Alcuni non li ha visti in volto, per cui, lucidamente, ha preferito tacere.
Il riconoscimento è avvenuto in centrale di polizia, tramite il tipico sistema “all’americana” del vetro a due vie. La giovane ha riconosciuto due stupratori. Domani mattina, lunedì, si terrà perciò nel Palazzo di Giustizia di Catania, l’udienza di convalida per cinque maggiorenni, ossia l’interrogatorio di garanzia davanti al gip Carlo Umberto Cannella.
Le indagini stanno dunque proseguendo per acciuffare e riconoscere i violentatori non identificati. La notizia è arrivata sin dentro Palazzo Chigi, difatti la premier Giorgia Meloni ha rilasciato una dichiarazione ufficiale, nella quale manifestava la sua totale solidarietà alla vittima.
Il messaggio di Giorgia Meloni
“Mentre venivo qui ho letto una notizia di cronaca che mi ha molto colpito, una giovane ragazza di 13 anni vittima di una violenza di gruppo. Esprimo la mia solidarietà a lei, lo Stato c’è e garantirà che sia fatta giustizia” queste sono state le parole ufficiali della presidente del Consiglio dei Ministri italiano Giorgia Meloni, martedì scorso, quando ha letto della notizia della vittima.
Alcuni giornali hanno riportato il fatto sottolineando che gli stupratori in questione fossero di origine egiziana. Il fatto di per sé non costituisce in realtà un dato rilevante, dal momento che stupri e femminicidi sono perpetrati parimenti da italiani. Ciò su cui bisognerebbe focalizzare l’accento è il fatto che questi episodi capitino. La vittima di rado non è una donna.