Povere Creature!, tra Frankenstein, socialismo ed emancipazione femminista
Lanthimos, regista de La Favorita, ha riadattato Frankenstein attualizzando le tematiche umane con il personaggio di Bella Baxter.
Povere creature!, traduzione italiana dell’originale Poor Things è l’ultimo capolavoro di Lanthimos, il regista greco che si occupa anche di sceneggiatura. Il film comprende un cast stellare costituito da Emma Stone, Mark Ruffalo, Willem Defoe, Ramy Youssef e Margaret Qualley.
Si tratta a tutti gli effetti di una commedia grottesca fantascientifica, con una forte atmosfera vagamente steampunk, resa ancor più eccentrica dall’uso dei colori, dei costumi e delle inquadrature grandangolari, un po’ la firma autoriale di Lanthimos. Mai come in questo film, sono risultate più vincenti.
A livello superficiale, Povere creature! è un riadattamento del romanzo di Mary Shelley, Frankenstein. La sostanziale e prima differenza, al di là delle tematiche affrontate, è l’esistenza della protagonista: non più il “mostro” di Frankenstein, bensì Bella Baxter (Emma Stone). A sembrare mostruoso è, in effetti, il dottor Godwin.
Bella Baxter è una donna a cui è stato impiantato il cervello di una bambina. Tuttavia, la storia racconta molto più del suo intreccio superficiale, esattamente come nell’opera originale, la quale si prefiggeva di affrontare il tema dei limiti umani in ambito scientifico, umano, ponendo con energia una forte domanda: cos’è un mostro?
L’abbattimento delle convenzioni sociali
Sin dalle prime battute del film, è chiaro che si tratti di una rivisitazione di Frankenstein, benché il film di Lanthimos sia tratto da un’opera intermedia che pure si è servito del capolavoro di Shelley. Nel caso di questo film, è centrale proprio il percorso di Bella Baxter, andando a configurarsi come un progressivo anelito all’emancipazione femminista.
La chiave tramite cui è raccontata però è quella visiva, quella spontanea e genuina: ad esempio, Bella Baxter scopre il piacere dell’autoerotismo e si preoccupa di regalarne i benefici alla sua cameriera, la quale però si rifiuta pudicamente. Il motivo? “Non si fa nella società perbene”. Questo è solo un esempio di uno dei cardini del film: l’affermazione del piacere declinato in più modi, come esperienza sessuale che accresce, come modo di migliorare il mondo, come felicità positivamente liquida, priva di orpelli e perbenismi.
Socialismo e femminismo
Bella Baxter compie un percorso di affermazione della propria identità. Le sue tappe passano per la masturbazione, il sesso come fonte di piacere e felicità, la scoperta, lo studio dei libri e la conversazione. La sua volontà cozza con i capricci del suo compagno Duncan (Mark Ruffalo), il quale la infantilizza, ma solo per poi diventare un dispettoso amante infelice, poiché non comprende la forza volitiva di Bella.
La libertà di Bella è anche la libertà di scegliere di intraprendere come lavoro quello della prostituta, in un’ottica squisitamente marxista, dove il corpo è visto come un mezzo di produzione individuale di cui ognuno può disporre come meglio crede. Filosofia, semplicità, esperienza empirica e volontà: tutti questi sono gli ingredienti di un cocktail di emancipazione femminista, socialista e, soprattutto, umana.