La vicenda del vigile in mutande e lo sdegno della pubblica amministrazione
Ricoprire posizioni in posti pubblici in Italia è sempre stato visto come un privilegio. Ottenere il cosiddetto “posto pubblico” è sempre stato sinonimo di poco carico di lavoro, orari ottimali, posto fisso a vita e possibilità di ferie infinite. Una tale considerazione del lavoro nel settore pubblico ha spesso spinto i suoi dipendenti ad approfittarsene, escogitando escamotage più o meno complessi per lavorare di meno o addirittura non lavorare affatto.
Difatti il cosiddetto fenomeno dell’assenteismo ha cominciato a divenire un problema. Gli impiegati pubblici hanno spesso adoperato il sistema di “badgare” il cartellino per mostrare la propria presenza a lavoro e poi andare via, godendosi giornate di festa retribuite dallo Stato. Nel 2015 è scoppiato uno di questi scandali inerenti appunto l’assenteismo dal proprio posto di lavoro. L’operazione Stachanov condotta dalla Guardia di finanza all’epoca, scovò nel comune di Sanremo un caso piuttosto bizzarro oltre che grave.
Il vigile urbano al centro della polemica fu ripreso dalle telecamere mentre timbrava il cartellino addirittura in slip. L’idea che ne venne fuori fu che il soggetto in questione non si fosse preso nemmeno la briga di vestirsi e che avrebbe timbrato per poi tornarsene a casa a dormire. Per tali ragioni il vigile, noto ormai come il vigile in mutande, fu licenziato.
Questa vicenda è arrivata nel 2020 addirittura a processo, vedendo l’assoluzione di molti colleghi e infine dello stesso vigile oggetto di scherno.
A quanto pare in realtà, i fatti si erano svolti molto diversamente quel giorno. Il vigile era in intimo poiché viveva lì accanto e si svegliava molto presto per aprire i cancelli del mercato ortofrutticolo. Alle 5.30 effettuava questa operazione a titolo gratuito e per tale ragione era chiamato “custode del mercato ortofrutticolo“. Alle ore 06.00 cominciava il suo turno di vigile urbano, per il quale era presente e vestito.
Accusato ingiustamente di truffa ai danni dello Stato e costretto a lasciare il proprio posto di lavoro, il vigile in mutande era stato preso a modello per dare un messaggio forte nella lotta contro l’assenteismo dei pubblici. Appurata ormai la sua innocenza, non solo è stato imposto il suo reintegro come vigile ma il comune di Sanremo sarà invece costretto a pagare un cospicuo risarcimento danni al vigile in questione, che ammonta addirittura a oltre 227 mila euro.
Questo episodio non dona molto splendore chiaramente all’operazione Stachanov ma, al di là della singola vicenda, rimane la questione tuttora irrisolta di combattere efficacemente l’assenteismo.