L’intelligenza artificiale interrogata sulla pace nel mondo dà risposte preoccupanti
La tecnologia sta compiendo passi in avanti miracolosi nell’ultimo decennio e lo sviluppo dell’intelligenza artificiale è in continua evoluzione. Quello che prima potevamo solo immaginarlo o vederlo nei film di fantascienza, è adesso reso possibile dalle mille applicazioni che l’A.I. ha anche nelle nostre vite quotidiane. Da Cortana ad Alexa a Siri, ormai l’idea di poter dialogare con una macchina e richiederle delle informazioni o di ricordare per noi delle cose non è più tanto astratta.
Negli ultimi anni è esploso poi il fenomeno di Chatgpt, o meglio di tutti i motori che adoperano l’intelligenza artificiale al fine di ottenere in cambio testi formali o creativi, lettere, trattati e finanche romanzi sugli argomenti più disparati. Impostato come una semplice chat, esso ci permette di fare una richiesta e ricevere nel corso di pochi secondi una elaborata e dettagliata risposta. L’intelligenza artificale scava a velocità impressionante nel web e rielabora le informazioni che vi trova.
Di recente è stato a essa posto uno dei quesiti più irrisolvibili della storia delle nazioni: come ottenere la pace nel mondo. Ebbene, sorprendentemente, il rielaboratore digitale ha fornito una risposta agghiacciante.
A quanto pare la risoluzione dei conflitti mondiali e la conseguente pace nel mondo la si può ottenere con la violenza. Nello specifico Chatgpt consiglia una guerra nucleare per affrontare i problemi e risolvere definitivamente. Peraltro consiglia anche a chi chiede di sfruttare il fatto di poter avere una superiorità tecnologica in campo nucleare per sovrastare e sbaragliare i nemici, ottenendo così la vittoria.
Lascia a bocca aperta la risposta dell’intelligenza artificiale e molti si sono chiesti se non ci sia qualcosa da riprogrammare in essa. A conferma di quanto detto, gli scienziati hanno preso in analisi più di una versione di Chatgpt, ma, tutte le A.I. interrogate in merito, hanno solo confermato la risposta.
La preoccupazione si accresce inoltre per il fatto che proprio di recente il governo statunitense ha stretto un accordo di collaborazione con OpenAi, la casa madre di chatgpt proprio al fine di avviare un rapporto di cooperazione militare. Il pensiero che l’intelligenza artificiale possa spingere gli Usa a preferire scelte sempre più violente si è paventato nella mente di tutti.