Rai, i dipendenti rilasciano un comunicato anonimo contro l’ad Sergio
Dopo le proteste diffuse a macchia d’olio in tutta Italia, le voci di alcuni dipendenti Rai si sono fatte avanti.
È già trascorsa quasi una settimana dalla lettura del comunicato di Roberto Sergio, amministratore delegato della Rai, da parte di Mara Venier, nella domenica successiva alla fine del Festival di Sanremo. Durante questa edizione, diverti artisti hanno palesato la propria vicinanza ai popoli in guerra in Palestina, diffondendo messaggi di pace.
Tra questi, ci sono stati sia concorrenti che ospiti. Tra questi ultimi, ad esempio, è emerso Eros Ramazzotti, il quale, sulle note di “Terra promessa” ha affermato: “Basta guerre, viva la pace”. Ciononostante, a fare maggior scalpore sono stati Ghali e Dargen. Quest’ultimo, presso Domenica in, è stato infatti interrotto dalla conduttrice mentre articolava un discorso sull’immigrazione.
In seguito, è giunto il comunicato dell’ad, letto da Mara Venier, nel quale Sergio esprimeva su una rete pubblica di tutti gli italiani, la sua posizione politica in merito alla guerra tra Israele e Hamas, combattuta principalmente a Gaza in questi ultimi mesi. La faziosità e la incoerenza dell’ad ha scatenato una pioggia di presidi di protesta in tutta Italia.
Collettivi, attivisti e associazioni si sono organizzati per protestare presso gli uffici Rai di tutte le città italiane. Tra i primi, ci sono stati quelli a Napoli e Torino, presso cui gli agenti hanno caricato e manganellato. Successivamente, ci sono stati quelli a Bari, Bologna, Genova e gli appuntamenti continueranno fino a data da definirsi.
I dipendenti Rai prendono parola
Dopo qualche giorno, alcuni dipendenti Rai hanno alzato la voce ed elaborato un comunicato di risposta a Roberto Sergio, in cui palesano la loro alterità rispetto alle posizioni politiche dell’amministratore delegato. Alcuni dipendenti Rai sono infatti anche scesi in piazza insieme ad altri attivisti, così da poter manifestare in favore della liberazione di Gaza, ideale cui tendono i manifestanti pro-Pal.
“Crediamo che l’azienda concessionaria del servizio pubblico radiofonico e televisivo debba essere indipendente dagli umori del singolo individuo e non pronta a inginocchiarsi alla diplomazia israeliana per poche frasi pronunciate da una manciata di artisti” questo uno dei passaggi più sentiti del comunicato.