Il consumo di carne inquina. | L’impatto ambientale degli allevamenti intensivi
Allevamento intensivo: cos’è e perché lo scegliamo
Gli allevamenti intensivi sono il frutto forse peggiore del capitalismo. Nella società del consumo di massa in cui viviamo l’idea di dover consumare grosse quantità di tutto è perfettamente normale. Siamo abituati ad avere accesso a qualsiasi prodotto, per cui anche gli alimenti, che si tratti di fette di bistecca o di vari derivati di pollame, devono essere a nostra completa disposizione.
Inoltre, la cultura del cibo come moda e stile di vita produce un altrettanto grosso quantitativo di sprechi alimentari. Tutto ciò porta chiaramente al bisogno di produrre in grande quantità animali da macellare e vendere.
Per fare ciò hanno preso piede i cosiddetti allevamenti intensivi, ovvero degli allevamenti che sfruttano al massimo le distese di terreno dove sono collocate mucche e suini. Fare ciò vuol dire chiaramente limitare lo spazio di libertà dell’animale.
Cosa viene fatto: se su un terreno vasto si potevano un tempo allevare ad esempio 100 mucche, lasciando loro le aree per il pascolo e per la camminata, si preferisce oggi contenere gli animali in spazi ristrettissimi. Per cui sullo stesso terreno che un tempo avrebbe contenuto 100 mucche stavolta se ne metteranno 1.000.
Le mille in questione avranno delle recinzioni strettissime intorno a sé, che non permetteranno loro neanche di deambulare, ma sono di mangiare e defecare, tutto sul posto. Le mucche, ma così anche i maiali, saranno letteralmente stipati in spazi minuscolo per permettere la produzione e il consumo di massa della carne.
In che modo il consumo di carne oggi impatta sull’ambiente
L’impatto ambientale di questo approccio è chiaramente devastante. Al di là delle considerazioni sulla vita degli animali e sull’ingiustizia del trattamento loro inflitto, resta da tenere presente che la produzione di anidride carbonica per tali allevamenti è decisamente spaventosa.
Difatti le mucche stando ferme sul posto producono un enorme quantitativo di CO2 e finanche le loro emissioni di gas risultano dannose per l’ambiente. Impedire il naturale circolare e pascolare delle stesse ha dunque effetti a lungo termine che ci danneggiano molto.
Non solo: stipare migliaia di animali in luoghi così ristretti provoca poi il problema dello smaltimento delle scorie da loro prodotte. Se un tempo le feci delle mucche erano seppellite e comunque utilizzate come fertilizzante per lo stesso terreno da loro pascolato, oggi questo non risulta più possibile.
Difatti le feci vengono sversate in grosse buche nel terreno, creando delle vere e proprie piscine piene di scorie animali. Queste sono ovviamente nocive per la salute e l’esalazione degli odori prodotti da tali letamai a cielo aperto è tossica e provoca tumori e la morte dei campi equidistanti. Complice in ciò è anche il fatto che le feci delle mucche sono tossiche a priori, dato che gli animali vengono imbottiti di antibiotici e steroidi per favorire la produzione.
Le proposte per un futuro green
Per affrontare il futuro in maniera più consapevole sarebbe opportuna una buona informazione innanzitutto e l’approccio a una progressiva riduzione del consumo di carne.