Apple, multa di 2 miliardi per il colosso USA | L’indagine dell’Antitrust Ue
La multa record dell’Antitrust a Apple è pari a 1,84 miliardi di dollari. Le violazioni potrebbero avvantaggiare Spotify.
Secondo l’Antitrust, Apple avrebbe violato le condizioni commerciali relativamente ai servizi di streaming musicale. La multa è stata salatissima: quasi 2 miliardi di dollari, nello specifico 1,8 miliardi di dollari. L’indagine dell’Antitrust è stata specifica, ma ha preso le mosse da una segnalazione della competitor Spotify.
Durante una conferenza stampa, infatti, la vicepresidente della Commissione europea Margrethe Vestager ha affermato quanto segue riguardo ai presunti illeciti di Apple: “Per un decennio, Apple ha abusato della propria posizione dominante nel mercato dello streaming musicale attraverso l’App Store”.
Infatti, stando da quanto emerge dalle prime indagini, una delle prime azioni sleali del colosso di Steve Jobs sarebbe stato quello di bloccare ai programmatori e sviluppatori di app di streaming musicale nel momento in cui questi debbano informare gli utenti possessori di iPhone dei servizi alternativi in fatto di streaming musicale.
Tendenzialmente, questi servizi sarebbero più economici rispetto a quelli offerti da Apple Store. Le parole sono state pronunciate proprio da Vestager, la quale ha affermato quanto segue: “Questo è illegale in base alle norme Antitrust dell’Ue. La multa corrisponde a un importo forfettario pari allo 0,5% dei ricavi globali di Apple”.
La mancanza di prove
La società di Tim Cook non ha esitato a rispondere alle accuse mosse prima da Spotify e poi dall’Antitrust. Difatti, un rappresentante di Apple ha affermato quanto segue: “La decisione dell’Antitrust è stata presa nonostante l’incapacità della Commissione di scoprire prove credibili di danni ai consumatori e ignora la realtà di un mercato fiorente, competitivo e in rapida crescita”.
Non si è fatta attendere l’accusa a Spotify, la principale azienda a beneficiare dal danno economico e di immagine di Apple in questa circostanza. Difatti, in una nota, la società americana ha proceduto come segue: “La principale sostenitore di questa decisione, e il più grande beneficiario, è proprio Spotify, una società con sede a Stoccolma, in Svezia. Spotify ha la più grande app di streaming musicale al mondo e ha incontrato la Commissione europea più di 65 volte durante questa indagine”.