Eni, l’esplorazione illegittima delle coste palestinesi è voluta da Israele
L’esplorazione delle coste israeliane e palestinesi da parte di Eni è illegittima: viola le norme internazionali.
È stata rinominata la “Zona G”, quel lembo di terra nei pressi di Gaza che diverse compagnie energetiche hanno cominciato a esplorare secondo le direttive volute dallo stato di Israele. Tra queste compagnie, vi è anche Eni, nota per il suo greenwashing. Questa ha ricevuto diretta licenza per esplorare le coste palestinesi ricche di gas, a detta loro.
Tuttavia, secondo la Convenzione Onu del diritto al mare del 2015 a cui la Palestina ha aderito, sebbene lo stato non fosse stato riconosciuto da tutti i membri, tra cui l’Italia, la Palestina ha diritto a una zona economica esclusiva nelle porzioni di territorio previste dalla Zona G stabilita arbitrariamente da Israele.
Infatti, Israele ha indebitamente preso il 62% della zona economica esclusiva, legittimata dalla Convenzione, per renderla appannaggio delle compagnie energetiche che più desiderava, tra cui Eni. Giuridicamente, Israele non ha alcun diritto internazionale, né titolarità per assegnare nuove licenze di esplorazione. Tuttavia, ciò sta avvenendo.
La missione di Eni è dunque illegittima. Per tal motivo, il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, è stato sottoposto a un’interrogazione parlamentare partita da alcuni membri di Alleanza Verdi di Sinistra. Alle domande, lui ha risposto come segue: “Gli interessi economici devono infatti essere conciliati con le legittime aspirazioni dei popoli e la determinazione di confini e aree marittime segue le regole dettate dal diritto internazionale consuetudinario, che occorre poi applicare alle specifiche realtà. Sono quindi in gioco diritti confliggenti”.
Il ruolo dell’Italia nella questione
Ciò di cui ha parlato il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani, in realtà è confliggente con quanto esposto dal diritto internazionale disciplinato dalla Convenzione Onu del diritto del mare del 2015. Inoltre, la richiesta della Palestina di rivendicare una zona economica esclusiva è pienamente legittima e approvata dal 2019.
Ne consegue che le parole di Tajani non tengano conto di questo punto. Il ruolo italiano nella vicenda di Eni è chiaro: il governo è a conoscenza delle attività della compagnia energetica e sa bene che la gestione palestinese della zona economica esclusiva è un diritto utile all’autodeterminazione del popolo palestinese. L’Italia, secondo gli esperti del diritto, dovrebbe astenersi da comportamenti lesivi.