Ramadan, una scuola italiana chiude nel rispetto di tutti i suoi studenti
Una scuola italiana ha predisposto la chiusura nel rispetto del periodo del ramadan, ma è pioggia di polemiche al Governo.
“La nostra è una scelta legittima nell’ambito dell’autonomia” ha affermato l’associazione nazionale presidi in merito alla questione di chiudere la scuola durante il periodo del ramadan, proprio della cultura islam. La decisione è stata presa all’unanimità dal consiglio l’anno scorso, a maggio 2023.
La chiusura avverrà specificatamente il 10 aprile. Questa scelta, nonostante le frizioni in parlamento e le dichiarazioni di Valditara, resterà invariata. La chiusura è stata approvata per l’istituto comprensivo statale di Pioltello a Milano, chiamato Iqbal Masih, in onore del dodicenne pakistano ucciso a fine anni ’90 per il suo attivismo contro lo sfruttamento della manodopera minorile.
Nella scuola in questione, infatti, ci sono studenti di più origini e culture. Per il 40%, ci sono infatti studenti di origine musulmana, i quali avrebbero comunque fatto festa nei giorni finali del ramadan. È stato dunque giudicato rispettoso nei loro confronti chiudere l’intero istituto, così da non far perdere lezioni importanti a tutti.
Lo spirito democratico in questione può essere abbracciato da tutti gli istituti, a patto che questi preservino 200 giornate di lezioni complessive. “A Pioltello abbiamo classi dove negli anni scorsi in occasione della fine del Ramadan venivano a scuola in tre o quattro. La maggioranza rimaneva a casa per la fine della festa. Non possiamo chiudere gli occhi di fronte a questi numeri e a questa realtà” ha detto il preside Alessandro Fanfoni.
La risposta del governo
Il preside della scuola milanese che resterà chiusa il 10 aprile ha affermato, in aggiunta, che la loro scelta non è politica, perciò ha auspicato che non venga politicizzata. Il suo appello non è stato però accolto, poiché il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara ha commentato in maniera negativa la decisione.
Valditara ha asserito con forza quanto segue: “Le festività possono essere introdotte esclusivamente dalla Regione o dallo Stato. Chi di competenza verificherà se le decisioni prese dal consiglio d’istituto e dalla scuola sono coerenti con la legge o non lo sono”. Non solo, anche Silvia Sardone, eurodeputata leghista, ha detto la sua: “La decisione è preoccupante, tutto questo è segno di un irreversibile islamizzazione del paese”.