Caso Salis, sono stati negati i domiciliari | Mattarella chiamato in causa
Sono emerse novità sul caso di Ilaria Salis: il governo ungherese ha negato gli arresti domiciliari in Italia per lei.
Le ultime novità sul caso di Ilaria Salis non sono state accolte con facilità. Dal tribunale di Budapest si è infatti evinto che l’accusata non avrà diritto a rientrare in patria, ossia in Italia, per poter scontare la sua pena agli arresti domiciliari. Gli arresti domiciliari sono spesso un’arma fondamentale per poter preservare la sicurezza dei propri cittadini all’estero, ma ciò non avverrà in questo caso.
Il giudice in questione, Jozsef Sòs, ha decretato la fine di ogni speranza con queste parole: “Le circostanze non sono cambiate. 13 mesi di carcere non sono poi tanti”. La problematicità evidenziata dai più non è tanto la pena in sé, quanto piuttosto le condizioni in cui questa pena dovrà essere scontata. Cioè, al prezzo delle libertà fondamentali dell’individuo.
Infatti, Ilaria Salis, attivista antifascista militante, è diventata il centro del controverso caso giudiziario che ha scosso l’opinione pubblica europea. Originaria di Milano, 39 anni, Salis è stata arrestata l’anno scorso a Budapest, accusata di aver aggredito due estremisti di destra durante una manifestazione. Tuttavia, ciò che ha attirato l’attenzione dei media sono le inumane condizioni in cui è stata presentata in tribunale.
Nell’udienza di qualche mese fa, Salis è stata portata in aula in catene, con le mani e le caviglie legate da lacci di cuoio stretti, come se fosse un animale al guinzaglio. Questa rappresentazione crudele e disumana ha suscitato sgomento e indignazione. Il padre di Salis ha denunciato pubblicamente il trattamento inflitto alla figlia.
L’intervento del padre Salis
Le parole del padre di Ilaria Salis hanno gettato luce su un presunto abuso di potere e un’inaccettabile indifferenza da parte del governo italiano. Nonostante le richieste di spiegazioni e interventi da parte dell’opposizione politica, come evidenziato dalle dichiarazioni del ministro degli Esteri Tajani.
Non solo: sia i media tradizionali, sia il governo Meloni sono stati inadempienti. Per questo motivo, adesso il padre dell’accusata ha chiamato in causa Mattarella, il presidente della Repubblica italiana, affinché smuova le acque in terreno ungherese.