L’Italia si lancia nella ricerca degli Ogm: preoccupazioni su più fronti
Ogm: una nuova ricerca in campo agricolo
La Lomellina è un’area geografica sita nel cuore della provincia pavese ed è qui che ha preso il via una significativa sperimentazione agricola. Si tratta cioè dell’introduzione di nuovi organismi geneticamente modificati attraverso le tecniche di evoluzione assistita. Questo progetto, che coinvolge il riso cultivar Telemaco RIS8imo, rappresenta un’importante novità nel panorama agricolo italiano. Tuttavia, la sua implementazione solleva una serie di dibattiti e controversie, soprattutto perché avviene senza attendere l’approvazione delle nuove regole da parte dell’Unione Europea.
L’iniziativa, annunciata dall’assessore regionale all’agricoltura, Alessandro Beduschi, punta a rendere le piante di riso più resilienti al brusone, il fungo responsabile della principale patologia che colpisce questa coltura. L’Università degli studi di Milano ha condotto le modifiche genetiche su questa varietà di riso. Sarà un’azienda agricola di Mezzana Bigli ad ospitare le prime 200 piantine di riso geneticamente modificato, con la semina prevista proprio nei primi giorni di aprile. L’area di sperimentazione si estenderà su un appezzamento di 28 metri quadrati all’interno di un campo più vasto di 400 metri quadrati.
In cosa consiste la nuova sperimentazione italiana
La sperimentazione prevede la semina sia di piante di riso ogm sia di piante della varietà originale non modificata. Al fine di mitigare il rischio di dispersione del polline dalle piante sarà creata una fascia tampone attorno all’area sperimentale utilizzando una varietà di riso più alta. Inoltre, il sito sarà protetto da una rete metallica e da reti anti-uccelli a maglia stretta, garantendo un ambiente controllato per la sperimentazione.
L’Unione europea sta ancora definendo il regolamento per distinguere le procedure autorizzative tra vecchi e nuovi ogm, ma l’Italia sembra procedere autonomamente senza attendere decisioni ufficiali in merito. Attualmente questo ritardo ha consentito all’Italia di avviare la sperimentazione senza attendere una regolamentazione più precisa. La decisione italiana è stata motivata da un emendamento incluso nel decreto siccità.
Dunque il nostro paese che a lungo si è mostrato riottoso all’idea delle coltivazioni geneticamente modificate sceglie di aprire stavolta la strada a un’agricoltura potenzialmente minacciosa per la biodiversità e le pratiche agricole tradizionali.
Le preoccupazioni italiane ed europee
Le preoccupazioni non riguardano dunque solo gli aspetti legali e politici, ma anche il timore di una possibile contaminazione genetica di specie affini. Nonostante le misure di sicurezza adottate rimane l’incertezza sulle conseguenze a lungo termine.
La nuova sperimentazione sul riso ha suscitato perciò reazioni contrastanti. Mentre alcuni la considerano un passo avanti verso una maggiore sostenibilità, altri la criticano come un rischio per l’ambiente e la biodiversità.