Dubai, pioggia artificiale tramite inseminazione: che cos’è il cloud seeding?
A Dubai non piove più in modo naturale: la pioggia va indotta con il cloud seeding, ma il diluvio devasta tutto.
Negli Emirati Arabi, a Dubai specificamente, c’è un problema di siccità. Questo problema è chiaramente causato dal riscaldamento globale, a sua volta causato dallo stile di vita capitalistico che l’essere umano ha instaurato e portato avanti, nonché difeso, fino ai giorni nostri. La soluzione di Dubai, però, non è stata ridurre le emissioni.
La soluzione di Dubai è stata il cloud seeding. Si tratta di un fenomeno che consiste nell’inseminazione delle nuvole, al fine di indurre la pioggia. Gli Emirati Arabi Uniti si sono più volte dimostrati all’avanguardia nello sviluppo e nell’applicazione di queste tecniche, ma è davvero pensabile come soluzione praticabile?
Secondo Ahmed Habib, esperto di clima del Centro Nazionale di Meteorologia, sì, infatti le operazioni di cloud seeding mirerebbero a nuvole con condizioni favorevoli, caratterizzate da forti correnti ascensionali e alta umidità. Queste missioni hanno lo scopo di migliorare le precipitazioni nel Paese, soprattutto in momenti di siccità.
Perciò, le nuvole idonee all’inseminazione sono quelle che si formano a causa dell’aumento della temperatura superficiale, che pertanto si alzano verso l’alto. Nonostante l’efficacia di queste tecniche nel provocare piogge, c’è ancora molto da scoprire riguardo agli effetti a lungo termine sull’ambiente e sul clima.
Alcuni pareri contrari sul cloud seeding
Gli Emirati Arabi Uniti sono sembrati molto determinati a continuare con tali pratiche, con previsioni di circa 300 voli di inseminazione delle nuvole per il 2024. Benché qualcuno abbia lamentato la paura e l’accostamento di questa pratica ai poteri presunti di un presunto dio, in realtà il cloud seeding, almeno su carta, non sarebbe uno spregio della natura. Anzi, si occupa di stimolare artificialmente un fenomeno naturale.
Non è noto se, magari in futuro, si verranno a scoprire nuove tecniche meno invadenti e impattanti, però al momento l’esperimento starebbe portando i suoi frutti. La pratica potrebbe essere importata anche in Sicilia, dove la siccità sta risucchiando le energie della popolazione, affetta altresì da un altro morbo, meno intuitivo per così dire: il ponte sullo stretto.