Università, Mattarella: “Non bisogna recidere gli accordi con quelle estere”
Mattarella ha parlato a Torino. Le sue parole hanno destato sospetto tra chi sta chiedendo la rescissione degli accordi con Israele.
Trieste, l’università ha deciso di concedere una laurea honoris causa in Giurisprudenza all’ex presidente della Repubblica di Slovenia, Borut Pahor, e al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Per l’occasione, il rettore dell’ateneo ha dedicato alcune parole al fine di porre in essere un bilancio dell’attuale situazione politica.
Nello specifico, Roberto Di Lenarda ha parlato come segue: “Mattarella e Pahor possano continuare a essere guide illuminate per i nostri Paesi e per l’Europa nel suo insieme, ispirando le nuove generazioni a far germogliare la conoscenza, la libertà, la democrazia e i diritti umani”.
Ed è in questo punto che è intervenuto Mattarella, il presidente della Repubblica due volte in carica, sebbene la sua idea fosse quella di ritirarsi a vita privata. Le sue parole hanno destato un certo sospetto tra quanti, tra gli attivisti pro Palestina, stanno incessantemente chiedendo la rescissione totale degli accordi con Israele.
Mattarella ha infatti affermato: “Le Università sono sempre state luogo del libero dibattito, della critica e anche del dissenso nei confronti del potere. Dibattito, critica e dissenso collegati tra gli atenei di tutti i paesi, al di sopra dei confini e al di sopra dei contrasti tra gli stati. Se si recide questo collegamento, questo prezioso scambio di riflessioni, di collaborazioni, di esperienze, non si aiutano i diritti, non si aiuta la libertà né la pace, ma si indebolisce la forza del dibattito, della critica e del dissenso. Si aiuta il potere, quello peggiore, che ha sempre cercato di tenere isolate le università del proprio paese, di impedirne il collegamento con quelle oltre confine”.
Gli atenei in Italia
Gli studenti degli atenei italiani stanno protestando da anni affinché le istituzioni dell’istruzione provvedano a rescindere gli accordi con Israele. Nello specifico, negli ultimi 7 mesi di guerra, i giovani hanno intensificato questa esigenza.
Nello specifico, si tratta di rescindere accordi con Eni, azienda greenwasher preposta alla ricerca in Palestina di risorse a vantaggio di Israele; Leonardo, azienda produttrice di armi e gadget bellici che si serve dei talenti italiani per rifornire il genocidio operato dal cosiddetto popolo eletto.