Nuova direttiva europea Case green: cosa prevede e quali obblighi
L’Unione europea punta tutto sull’edilizia sostenibile
Da molto si discute sul futuro dell’edilizia europea in merito all’efficientamento degli edifici esistenti e sulle norme da seguire per le nuove costruzioni. Dopo un negoziato intenso, i ministri europei al Consiglio Ecofin hanno finalmente raggiunto un accordo definitivo sulla nuova direttiva Case Green, nonostante il voto contrario dell’Italia e dell’Ungheria, insieme alle astensioni di altri Stati membri. Questo atto legislativo ambizioso si propone di portare l’intero patrimonio edilizio dell’Unione Europea a zero emissioni entro il 2050, attraverso una serie di passaggi graduati che i paesi membri dovranno rispettare.
Che cosa prevede la nuova direttiva Case green
Entro il 2030, tutti i nuovi edifici dovranno essere a emissioni zero, mentre l’intero parco edilizio dell’UE dovrà raggiungere questo obiettivo entro il 2050. Per gli edifici non residenziali, la direttiva introduce standard minimi di prestazione energetica, limitando l’utilizzo di energia primaria o finale per metro quadrato ogni anno. L’Unione europea ha anche stabilito che entro il 2030, almeno il 16% degli edifici pubblici con le prestazioni energetiche più basse dovrà essere ristrutturato, con un ulteriore 26% entro il 2033. Tuttavia alcuni tipi di edifici, come quelli storici, agricoli, di culto e di proprietà delle forze armate, potrebbero essere esentati.
Inoltre la direttiva prevede una graduale eliminazione dell’uso di combustibili fossili entro il 2040 e promuove l’installazione di impianti solari nei nuovi edifici e nelle ristrutturazioni di edifici pubblici e non residenziali. Gli stati membri dovranno garantire una riduzione del 16% del consumo medio di energia primaria degli edifici residenziali entro il 2030 e una riduzione del 20-22% entro il 2035. L’Italia ha però espresso preoccupazioni riguardo agli oneri finanziari che questa direttiva potrebbe comportare. Secondo il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, la posizione italiana è chiara e si chiede dunque chi pagherà per queste modifiche. Si stima che l’Epbd possa comportare una spesa tra i 20.000 e i 55.000 euro per famiglia, secondo il Green Building Council Italia. Questo chiaramente fa stare l’amministrazione italiana, ricca di immobili storici da ristrutturare ed efficientare, sul chi vive.
Quali sono gli obiettivi
Nonostante le sfide, l’obiettivo rimane quello di creare un settore edilizio sostenibile e ridurre le emissioni di gas serra. Ora spetta ai singoli paesi membri elaborare strategie e azioni per raggiungere questi obiettivi attraverso i loro piani nazionali. Bisognerà capire se in Italia il governo riuscirà a investire pubblicamente o riverserà tutti gli oneri sui singoli cittadini.