Fridays for future, gli attivisti del clima si alleano con sindacati e proPal | Il corteo
Nella giornata di oggi, 19 aprile 2024, gli ambientalisti di Fridays for Future hanno sposato la causa palestinese e sindacale.
I media mainstream non ne hanno ancora parlato, ma loro esistono: sono gli attivisti del clima che, da anni, hanno portato avanti la lotta a difesa dell’ambiente, per un vivere più sano e per far sì di lasciare un’eredità ai posteri. La lotta contro l’inquinamento ha un obiettivo polemico specifico: il capitale e lo stile di vita capitalistico che punta a massimizzare ogni profitto.
Il profitto a ogni costo è una prerogativa di un pensiero socio-culturale lineare e non sistemico, ossia un pensiero che non guarda all’interezza di una situazione, bensì solo alla sua causa-effetto. In questo modo, il ricco industriale può sentirsi al sicuro se pensa che disboscando per metterci la filiale di un’azienda provvederà a fornire nuovi posti di lavoro.
Il risvolto della medaglia è invece il seguente: il disboscamento e l’edificazione di un edificio commerciale portano sul breve termine più posti di lavoro, ma le conseguenze climatiche sono altissime, come ad esempio il rischio di frane, che ha come conseguenza danni economici e di salute incredibili. Quest’ultimo è un pensiero sistemico.
Lo ha ben descritto George Lakoff nel suo discorso pubblico relativo alla linguistica cognitiva, così come lo ha ben ripreso Stefano Liberti nei suoi scritti dedicati al tema ambientale. Non solo, la tematica adesso si sta inevitabilmente intrecciando a quella dei palestinesi e dei sindacati.
In piazza insieme: Fridays for Future e Palestina
Oggi sono stati migliaia e migliaia i partecipanti allo sciopero del clima organizzato da Fridays for Future. In molte città del nord Italia, come Torino e Milano, ma anche al sud, con la sempre più attiva Napoli. Oggi, però, in piazza c’erano anche i pro Palestina, insieme per lottare per lo stesso obiettivo.
Un attivista torinese è stato intervistato: “Si tratta di lotte legate tra loro. Da una parte della politica arriva la falsa propaganda sulla transizione ecologica, che farebbe perdere posti di lavoro. Numerosi studi hanno dimostrato il contrario».