Israele ha attaccato di nuovo l’Iran: si teme per i siti nucleari
La risposta dell’Iran all’attacco all’ambasciata ha avuto a sua volta una risposta da parte di Israele.
L’Iran ha già sminuito l’attacco, ma l’attacco c’è stato durante la notte, a Isfahan. Non è ancora noto se siano stati utilizzati missili, droni o altro materiale bellico, ma nella notte sono state avvertite delle forti esplosioni nella zona appena citata. Lì, oltre ad esserci individui civili, vi è anche il sito nucleare dello stato.
La capitale iraniana ha avvertito alle 4 di notte lo scoppio brutale nella zona nucleare, costringendo dunque all’attivazione repentina della difesa aerea. Dopo qualche ora è arrivata la rassicurazione, stando all’agenzia Tasnim: “I siti nucleari sono al sicuro, non ci sono stati danni irreparabili”.
Dopo poco, anche la stampa Irna ha fornito la sua dichiarazione ufficiale, che ha rasserenato un po’ tutti: “Le installazioni importanti, in particolare quelle nucleari, sono completamente sicure e non è stato segnalato alcun incidente”. A questo proposito è intervenuta anche l’Aiea, ossia l’Agenzia internazionale per l’energia atomica.
Stando ad Aiea, “Gli impianti nucleari iraniani non hanno subito alcun danno a seguito dell’attacco israeliano del mattino, tuttavia continuiamo a chiedere a tutti un’estrema moderazione e ribadiamo che gli impianti nucleari non dovrebbero mai essere un obiettivo nei conflitti militari”.
La paura dell’escalation
Dal 7 ottobre 2023, la guerra tra Israele e Palestina si è nuovamente inasprita. Dal punto di vista israeliano sarebbe giusto porne la fine tramite l’uccisione sistematica di tutta la popolazione palestinese. Due settimane fa, a riprova della forza bellica israeliana, l’Idf ha organizzato un raid contro l’ambasciata iraniana in Siria. L’Iran, reagendo alle provocazioni israeliane in Siria, non ha cercato di avviare una guerra, ma di rispondere a tali azioni.
Gli Stati Uniti hanno chiarito che non supporteranno Israele se quest’ultimo dovesse iniziare un conflitto con l’Iran. Netanyahu, isolandosi sempre di più per la sua politica bellicosa, ha cercato il sostegno dell’Onu e dell’Ue per punire l’Iran. Israele si trovava ora di fronte a due alternative: rispondere con forza e scatenare la guerra, a cui l’Iran è pronto, o lasciare senza risposta l’attacco iraniano. Ha scelto la prima.