Santuari animali: una valida alternativa agli allevamenti
L’alternativa agli allevamenti di animali: esistono i cosiddetti santuari
Gli animali, solitamente classificati in categorie distinte, fanno parte delle nostre vite in modi diversi. Cani e gatti sono spesso considerati membri della famiglia, mentre mucche, maiali, galline e agnelli sono visti come animali da allevamento, destinati alla produzione di cibo. Tuttavia esistono luoghi speciali dove gli animali da reddito possono trovare rifugio anziché essere sfruttati e uccisi per la loro carne. Questi luoghi vengono definiti simbolicamente santuari. Questi posti offrono un’oasi di pace e tranquillità per gli ex animali da reddito, provenienti da situazioni di emergenza come sequestri, maltrattamenti o cessazioni.
Che cos’è effettivamente un santuario?
Ma bisogna capire cosa caratterizza nello specifico un santuario e come esso venga regolamentato. Un santuario è un rifugio gestito da associazioni, enti o fondazioni senza scopo di lucro, il cui obiettivo principale è garantire il benessere degli animali ospiti, insegnando al contempo il rispetto per ogni forma di vita. Va poi anche sottolineato che gli animali non sono considerati proprietà, ma individui liberi da ogni forma di sfruttamento.
Fino a poco tempo fa i santuari non avevano un riconoscimento giuridico definito, ma nel giugno 2023 il Ministero della Salute ha finalmente assegnato loro uno status ufficiale. Questo riconoscimento è stato un passo importante, in quanto ha chiarito la distinzione tra i santuari e gli allevamenti, sancendo che i primi non devono essere considerati rifugi permanenti. I santuari si sostengono principalmente attraverso eventi benefici, adozioni a distanza e donazioni. In Italia molti di essi sono parte della Rete dei Santuari di animali liberi, un’associazione che unisce i volontari per promuovere la causa e condividere risorse.
La Rete ha redatto una Carta dei valori che stabilisce i principi fondamentali che un santuario deve rispettare. Tra questi vi sono la gestione trasparente e nonviolenta della struttura, il rispetto delle esigenze specifiche di ogni animale ospite e l’impegno per sensibilizzare il pubblico sulle questioni relative al benessere animale.
Quali sono i santuari più conosciuti in Italia
Un esempio concreto di questo impegno è il santuario Capra libera tutti, gestito da Massimo Manni, ex allevatore che ha deciso di cambiare vita e offrire un rifugio a quasi 500 animali. La sua storia è un esempio tangibile di come il rispetto per gli animali possa portare a un cambiamento positivo, sia per loro che per noi.