Uno speciale su Rai3 fa luce sulle ombre del marmo di Carrara
La tradizione dell’estrazione del marmo di Carrara
Nella provincia di Massa Carrara, l’estrazione del marmo continua a procedere a ritmo sostenuto, con conseguenze devastanti per l’ambiente e il paesaggio circostante. Questa pratica, che coinvolge le cave sia in superficie che in galleria, sta causando danni irreparabili alle montagne e ai corsi d’acqua della zona, oltre che all’ambiente nel suo complesso.
Le cave di marmo nei dintorni di Carrara, in Toscana, vantano una lunga storia che risale all’epoca romana, e le opere d’arte e d’architettura create utilizzando questo marmo sono rinomate in tutto il mondo. Tuttavia, l’attività estrattiva, che genera profitti record per poche aziende, ha un costo ambientale elevato.
Che cosa è stato mostrato nello speciale di Report
Il programma d’inchiesta di Rai 3, Report, ha recentemente dedicato uno speciale al tema dell’estrazione del marmo a Carrara, esaminando i guadagni considerevoli delle aziende e l’inquinamento associato all’attività estrattiva.
L’inchiesta condotta dal giornalista Bernardo Iovene, con la collaborazione di Lidia Galeazzo e Greta Orsi, ha messo in luce la controversia riguardante un presunto diritto perpetuo di estrazione e di proprietà concesso ai possessori delle cave dall’editto di Maria Teresa Cybo Malaspina, Duchessa di Massa Carrara, nel lontano 1751. Nonostante i tentativi del comune e della Regione Toscana di regolare questa questione, gli imprenditori continuano a possedere il 30% delle cave senza pagare concessioni, causando un danno al comune di circa 4 milioni di euro l’anno.
L’inchiesta ha anche evidenziato lo smaltimento problematico della marmettola, lo scarto di lavorazione delle cave di marmo. Questa polvere di marmo, derivata dall’estrazione e dalla lavorazione della pietra, viene spesso dispersa nell’ambiente, contaminando i corsi d’acqua e contribuendo all’inquinamento dell’acqua potabile.
Nonostante le disposizioni normative che impongono il trattamento adeguato della marmettola come rifiuto speciale, molte cave non rispettano tali normative e continuano a sversare questo materiale nell’ambiente circostante. Gli ambientalisti e gli abitanti della zona hanno documentato numerose irregolarità legate allo smaltimento della marmettola, che contribuisce agli eventi alluvionali e all’inquinamento dei corsi d’acqua.
Le modificazioni dell’ambiente circostante
Inoltre, la presenza massiccia di cave attive e dismesse ha modificato radicalmente il paesaggio delle Alpi Apuane, con numerose montagne che sono state letteralmente scavate all’interno e all’esterno per l’estrazione del marmo. Questa situazione evidenzia la necessità di una regolamentazione più rigorosa e di un controllo più efficace sull’attività estrattiva, al fine di proteggere l’ambiente e il patrimonio naturale della regione.