Piovono critiche sugli incentivi fiscali. Cosa cambia con il Def
Critiche a superbonus e altre agevolazioni: sarebbero la rovina delle finanze italiane
Ancora polemiche sulle agevolazioni fiscali e i vari bonus statali messi a disposizione negli ultimi anni e limitati dal governo Meloni. Difatti la premier con l’approvazione della legge di bilancio, a inizio 2024 ha limitato molti dei bonus preesistenti, inserendo requisiti stringenti e diminuendo il range dei benefici concessi. Inoltre molti degli altri incentivi sono scaduti con la fine dell’anno 2023, evitando semplicemente di essere rinnovati. A essere rimasti in vita sono pochissimi eletti, tra i quali spicca il superbonus, sebbene ridimensionato rispetto alle premesse inziali.
Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha rinnovato le sue critiche nei confronti del Superbonus, sottolineando che i bonus edilizi non sono una novità e che, sebbene abbiano contribuito alla crescita fin dal 1996, la misura eccessiva del 110% e lo sconto in fattura hanno creato problemi finanziari significativi, danneggiando le condizioni della finanza pubblica attuali e future. Durante la discussione generale sul Def, ovvero il documento di economia e finanza nel quale vengono stilate le linee finanziarie statali, in aula, il ministro ha espresso preoccupazione riguardo all’impatto del Superbonus sul bilancio pubblico e ha evidenziato la necessità di intervenire per ridurre l’incertezza sui costi della misura.
Le decisioni della Camera in merito al superbonus
La Banca d’Italia ha evidenziato l’importanza di restrizioni aggiuntive per controllare l’accumulo di crediti derivanti dal Superbonus e ha suggerito che, se le nuove misure non dovessero essere sufficienti, potrebbe essere necessario eliminare il Superbonus prima della sua naturale scadenza alla fine del prossimo anno. Nel frattempo, la Camera ha approvato la risoluzione della maggioranza sul Def con 197 voti favorevoli, 126 contrari e 3 astenuti. La risoluzione invita il governo a presentare quanto prima il quadro programmatico all’interno del piano fiscale e strutturale di medio periodo, in linea con le nuove regole dell’Unione europea sui bilanci.
Commentando l’approvazione del nuovo Patto di stabilità Ue, Giorgetti ha definito l’accordo un compromesso e ha sottolineato che, sebbene non risponda completamente alla sua proposta originale, rappresenta comunque un progresso rispetto alle regole di bilancio precedentemente previste per il 2025. Giorgetti ha ribadito che, secondo lui, il modello di crescita del Paese dovrebbe basarsi su sacrificio, investimento e lavoro, piuttosto che sul lassismo, debito e sussidi, sottolineando l’importanza di seguire un approccio responsabile per garantire una crescita sostenibile.
Quali saranno gli sviluppi futuri
Appare evidente ormai che le agevolazioni fiscali in campo edile andranno sempre più scemando, mentre resteranno saldamente attive quelle che favoriscono il passaggio a mezzi di spostamento più ecologici.