Cercatori d’Oro: sai che esistono anche in Italia? Dove vanno e cosa dice legge in caso di ritrovamenti
Anche in Italia esistono queste figure. Ecco dove vanno i cercatori d’oro e che cosa dice la nostra legge in caso di ritrovamenti.
Durante gli anni della Corsa all’oro, specialmente nel XIX secolo, sono emerse figure che dedicavano la loro vita alla ricerca di questo prezioso minerale, spinte dalla promessa di arricchirsi e ottenere grandi possedimenti.
Negli Stati Uniti, la febbre dell’oro in California e in Alaska ha attirato migliaia di persone da tutto il mondo, creando una vera e propria corsa all’accaparramento delle risorse. Questi cercatori d’oro, armati di pale, setacci e speranza, si avventuravano in terre inesplorate per inseguire il sogno di una vita migliore.
Sebbene il fenomeno sia associato principalmente al continente americano, anche l’Europa ha vissuto il suo momento d’oro. In paesi come Spagna, Francia e perfino Italia, nel periodo della Corsa all’oro si è assistito all’emergere di appassionati cercatori, disposti a tutto pur di fare fortuna. Non tutti sanno che anche oggi in Italia esistono i cercatori d’oro: ecco dove vanno e cosa dice la legge in caso di ritrovamenti.
I cercatori d’oro in Italia
La figura del cercatore d’oro in Italia è sorprendentemente poco conosciuta, anche se esiste ancora. I cercatori d’oro italiani, seppur non numerosi, continuano a operare in alcune aree del Paese, soprattutto lungo i fiumi.
L’attività, però, non è semplice e non richiama le folle della famosa Corsa all’oro americana. L’uso di macchinari industriali è vietato in quasi tutte le zone, per cui i cercatori sono costretti a ricorrere a metodi tradizionali, come il setaccio. L’oro in Italia si trova soprattutto nei fiumi, anche se in concentrazioni molto limitate. Non esiste una normativa nazionale univoca per l’estrazione di minerali, ma ogni regione ha regolamenti specifici per le aree in cui è possibile cercare l’oro.
Cosa dice la legge
In Italia, l’oro si trova soprattutto nei fiumi alpini come l’Orco, il Ticino, l’Elvo e l’Olba. Qui i cercatori usano metodi tradizionali per separare sabbia e sassi dal fondale, sperando di trovare piccole lamine d’oro, spesso nascoste tra materiali pesanti come pirite e magnetite.
La legge italiana stabilisce che tutto ciò che si trova nel sottosuolo appartiene allo Stato, ma per l’oro alluvionale dei fiumi non ci sono norme chiare. In Piemonte, regione più ricca d’oro, è obbligatorio iscriversi a un registro regionale per poter cercare e raccogliere il metallo.